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LA NATURA AI TEMPI DEL COVID-19


la natura ai tempi del coronavirus

Questo post è stato scritto a più riprese, non volevo sembrare la solita rompi scatole bacchettona sul tema del cambiamento climatico e dell'alimentazione vegetale.

Siamo ormai oltre il cinquantesimo giorno di quarantena per Covid-19 e per fortuna l'asteroide che doveva passare vicino al nostro pianeta ha deciso di non caderci in testa!

Non avrei mai nemmeno lontanamente immaginato di vivere una situazione del genere, come nei film apocalittici.

Spero che nella mente di tutti ne rimanga solo il ricordo di un periodo poco felice ma passeggero.

Ero qui che sistemavo due tre cosette sul blog, cose di grafica e di lavoro dietro le quinte e nel mentre mi è caduto l'occhio sull'immagine che ho creato qualche mese fa per la rubica #SavetheEarth dove tratto il tema dell'ambiente e di cosa poter fare per salvaguardarlo.

Ripensavo a tutta questa situazione, al fatto che non è ancora ben chiara la dinamica della nascita del virus se sia stato volutamente creato o meno. Ciò che è certo è che proviene dal mondo animale.

Quasi tutte le malattie infettive di questo tipo provengono da essi (Sars, mucca pazza, suina, aviaria ecc..)

Ma perchè gli animali trasmettono dei virus pericolosi per l'uomo? Sarà un'arma nascosta affinché possano essere lasciati in pace? Forse. (Secondo mio modesto parere, è molto molto probabile).

Detta in parole molto povere si sa che questo virus nasce da una specie mammifera dotata di ali, ovvero i pipistrelli.

Nessun mammifero riesce a volare, tranne loro. Come mai? Negli anni e con le varie evoluzioni i mitocondri che permettono a questi animali di volare si sono insediati nelle loro cellule. Troppi mitocondri in una cellula creano delle infiammazioni che portano alla malattia o alla morte l'animale. Nel caso dei pipistrelli l'evoluzione ha fatto in modo di riuscire a creare delle difese immunitarie importanti che permettono al pipistrello di continuare a vivere senza morire d'infezione. Questa però continua ad essere presente all'interno del loro corpo che quindi se mangiata o se si viene a contatto con i loro escrementi può essere nociva e trasmissibile anche per l'essere umano.

Ma analizziamo un aspetto diverso.

Sono solo 50 giorni che l'uomo si è ritirato nella propria tana e come abbiamo potuto notare tutti, è successo qualcosa di veramente strano e mai visto prima.

Gli animali sono tornati a vivere il loro pianeta, quello che fino a qualche giorno fa è stato minacciato costantemente dalle manie di grandezza dell'uomo.

I delfini nei mari e vicino le coste, gli Octopus a Venezia, le papere nelle città affacciate su i laghi, i canguri in Australia, le foche in Florida , i cervi in Uk, i rinoceronti in Nepali, gli elefanti in India, gli orsi in California,i pinguini in Sud Africa si sono spinti fino alle grandi città.

I livelli di inquinamento sono talmente bassi che anche il famoso buco dell'ozono si sta chiudendo e tutto in soli 50 giorni.

Alla natura è bastato così poco per tornare a crescere forte e rigogliosa! Se fossimo noi il suo virus che l'attacca ormai da anni su ogni fronte? Costruiamo città di cemento, disboschiamo le foreste per far spazio ad allevamenti intensivi o a campi di soia (destinati agli animali da macello non agli umani.), costruiamo dighe dove una volta scorrevano fiumi, derubiamo i mari con la pesca intensiva, siamo dei consumisti e fan dell'usa e getta...

Eppure basterebbe qualche piccolo accorgimento nella vita di tutti i giorni per coabitare con essa, rispettandola e per essere veramente grati di tutto ciò che ci offre per rendere perfetta la nostra coesione con essa.

Cerchiamo di impostare la nostra alimentazione per quanto più possibile sul vegetale, spostiamoci in bici o a piedi e quando non è possibile condividiamo i mezzi con qualcuno per impattare meno.

Compriamo meno cibi e oggetti imballati o fatti di plastica, ricicliamo, piantiamo fiori, piantine e per chi può permetterselo alberi. Compriamo prodotti fatti con ingredienti naturali e non chimici, smettiamo di fumare che non fa bene ne a chi lo fa ne a chi si trova nelle vicinanze. Stiamo attenti a non sprecare acqua, a farci delle docce veloci. Usiamo dei sacchetti in cotone per la spesa e non buste di plastica o prodotte con petrolio. Bastano poche nuove abitudini per rispettarla e per vivere serenamente. In questa quarantena è un pensiero su cui riflettere.

Se la natura in 50 giorni può tornare a rinascere pensate a cosa può fare se tutti noi prestassimo attenzione alle decisioni di ogni giorno.

Viviamo e facciamo tutti parte di un ecosistema delicato dove ogni specie serve all'altra e coesistono in un equilibrio perfetto.

Se hai voglia di farmi sapere la tua opinione in merito scrivimi giù nei commenti, io sono curiosa di leggerla.

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